Prima lo hanno minacciato promettendogli di metterlo nel cemento, poi hanno iniziato a pestarlo in maniera sistematica fino a quando lui non ha deciso di raccontare tutto ad un magistrato dando il via ad un’inchiesta che ha avuto il suo epilogo ieri mattina. Cinque agenti di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Velletri sono stati infatti raggiunti da altrettanti provvedimenti restrittivi (tre arresti domiciliari e due obblighi di dimora) per i reati di peculato, lesioni e violenza privata aggravata dal fatto che a commetterla sono stati dei pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni. Due delle guardie sono della provincia di Latina, una di Cisterna e l’altra di Scauri, mentre le altre risultano residenti ai Castelli romani. I fatti oggetto del procedimento risalgono a maggio dello scorso anno quando un giovane di nazionalità pakistana detenuto nella casa circondariale di Velletri ha scoperto e cominciato ad annotare nel suo diario che il gruppo di agenti sottraeva abitualmente materiale destinato ai detenuti: cibo, sapone e altri oggetti. Il ragazzo è stato prima minacciato poi dalle parole i cinque sono passati ai fatti: la vittima veniva portata in una delle stanze degli agenti e picchiato anche con l’uso di un bastone tanto da riportare la frattura di una costola, lesioni e contusioni multiple al volto, alla schiena e al petto che hanno reso necessario anche il trasporto in ospedale. Una situazione alla quale il detenuto ha deciso di ribellarsi raccontando tutto nel corso di un colloquio con il magistrato di sorveglianza, racconto che ha fatto scattare la denuncia alla Procura della Repubblica di Velletri. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Piro, è durata quasi un anno ed ha consentito di accertare che il racconto del giovane straniero era vero. Ieri mattina il Nucleo giudiziario della polizia penitenziaria hanno eseguito i provvedimenti restrittivi richiesti dalla Procura e autorizzati dal gip: tre agenti si trovano agli arresti domiciliari, gli altri due che sono residenti rispettivamente a Cisterna e Scauri, hanno invece l’obbligo di dimora che non consente loro di spostarsi dal proprio Comune. L’accusa per tutti è peculato, lesioni e violenza privata commessa da pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni. Per tutti e cinque è scattato naturalmente il provvedimento di sospensione dal servizio con ritiro del tesserino e dell’arma di ordinanza. I cinque agenti carcerari, assistiti dagli avvocati Cardillo Cupo, Fagiolo, Migliorelli e Palermo, saranno ascoltati nei prossimi giorni dal gip del Tribunale di Velletri.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 12 febbraio 2011