Molti silenzi davanti al giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio, durante gli interrogatori dei destinatari delle misure cautelari scattate nell’operazione Everest. Ieri davanti al gip sono comparsi quattro ragazzi coinvolti nell’inchiesta e destinatari della misura dell’obbligo di firma. Due di loro, C.A. e D.A. hanno negato le accuse a loro carico, scattate dopo una serie di conversazioni telefoniche intercettate dagli investigatori in cui si faceva riferimento a dosi di droga, cocaina o hashish, da acquistare, al prezzo, al pagamento della merce da parte degli assuntori. Hanno scelto invece di avvalersi della facoltà di non rispondere altri due indagati, M.M. e D.F., anche loro destinatari dell’obbligo di firma. All’interno del gruppo scoperto dagli investigatori della Squadra mobile di Latina il ruolo dei quattro è però marginale rispetto a quello delle altre sei persone arrestate, tra cui Daniele Segala, anche lui interrogato ieri in carcere dal gip Costantino De Robbio. Segala, 22enne residente a Sezze, considerata una delle piazze dello spaccio di sostanza stupefacente, difeso dall’avvocato Mario Pellegrino, ha scelto di non parlare. Gli altri ragazzi, molti giovanissimi, finiti in manette nel blitz di venerdì scorso, hanno seguito la stessa strada, qualcuno invece ha scelto di parlare e di negare ogni accusa. Durante l’operazione, in casa di altri due indagati, Matteo Papa e Filippo Vecchio, erano stati trovati complessivamente 700 grammi di droga. Entrambi, negli interrogatori dei giorni scorsi, hanno però spiegato che si trattava di suo personale.
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Nella notte tra lunedì e martedì, un noto centro sportivo situato lungo la statale Pontina, nella zona di Borgo Isonzo,...