La Polizia di Stato ha portato a termine un’articolata operazione di polizia giudiziaria, in stretta collaborazione con il Servizio di Cooperazione Internazionale e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina, riuscendo a salvare una giovane di origine rumena che era stata brutalmente ridotta in schiavitù e sfruttamento sessuale.
Secondo le ricostruzioni investigative, la giovane sarebbe stata adescata con l’inganno tramite un annuncio sui social network, che prometteva un onesto impiego come cameriera. Un uomo e una donna, entrambi di nazionalità rumena, l’hanno convinta a partire.
Il viaggio si è trasformato in un sequestro: durante il tragitto, le avrebbero offerto delle sigarette che l’hanno indotta in uno stato di parziale incoscienza. Al risveglio, la ragazza si è ritrovata in Italia, isolata e senza la possibilità di comunicare con l’esterno.
Giunta sul territorio nazionale, la vittima è stata immediatamente privata dei suoi documenti e del telefono, costretta a prostituirsi sotto la costante minaccia di gravi ritorsioni. Gli aguzzini l’avrebbero inoltre forzata a scattare foto e girare video di contenuto pornografico, poi diffusi su siti dedicati agli incontri sessuali. La giovane ha riferito di essere stata incessantemente monitorata, impedita in ogni contatto esterno.
La svolta è arrivata grazie al coraggio della vittima stessa: riuscita a fuggire dal luogo di prigionia, ha contattato il Consolato Generale di Romania. Il Servizio di Cooperazione Internazionale ha immediatamente allertato la Questura di Latina.
Gli agenti della Squadra Mobile e della Squadra Volante sono intervenuti con prontezza nei pressi della stazione ferroviaria di Latina Scalo, luogo in cui la ragazza si era rifugiata, mettendola in sicurezza e fornendole assistenza immediata.
Le indagini serrate della Squadra Mobile, diretta dal dirigente Giuseppe Lodeserto, hanno permesso di individuare l’abitazione dove la giovane era tenuta prigioniera e di sequestrare telefoni e strumenti utilizzati per lo sfruttamento.
L’attività investigativa ha portato all’identificazione e al fermo dei due presunti responsabili, l’uomo e la donna rumeni. Le accuse a loro carico sono estremamente gravi e plurime: sequestro di persona, riduzione in schiavitù, tratta di persone, induzione e favoreggiamento alla prostituzione, oltre a stato di incapacità procurato mediante violenza e diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite.
Le autorità continuano con gli approfondimenti investigativi per accertare eventuali ulteriori coinvolgimenti e ricostruire integralmente la dinamica del crimine.








