Undici rinvii a giudizio. Si è conclusa così, ieri pomeriggio, la lunga udienza preliminare sulla vicenda della compravendita del grattacielo Key rispetto alla quale nella scorsa udienza erano state poste anche una serie di questioni legate alla posizione di alcune persone coinvolte. Sul banco degli imputati ci sono Paolo e Roberto Fontenova, Carla Angelini, Francesco Silipo, Riccardo Silvi, Ornella Donini, Lucio Noviello, Alessia Iannaci, Paolino Coccato, Gian Domenico Brienza e Vincenzo Cosentino, chiamati a rispondere a vario titolo in veste di amministratori o ex dipendenti di infedeltà patrimoniale, sottrazione di cose sottoposte a sequestro, emissione di fatture per operazioni inesistenti e evasione fiscale. Ed è di questi reati che saranno chiamati a rispondere il 15 luglio prossimo, data di inizio del processo davanti al secondo collegio penale del Tribunale di Latina. Prima di accogliere la richiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso e decidere il rinvio a giudizio il giudice per l’udienza preliminare Costantino De Robbio aveva sciolto alcune riserve poste nell’udienza del 31 gennaio scorso dal collegio di difesa composto tra gli altri dagli avvocati Francesco Vasaturo, Domenico Oropallo e Luca Giudetti. In particolare il gup ammesso la costituzione di parte civile nel procedimento della società Key srl, dichiarato Vincenzo Cosentino incompatibile come rappresentante legale della stessa società in quanto ritenuto in conflitto di interessi. Il giudice ha poi provveduto a nominare Leone Marcucci quale curatore speciale della Key. Una nomina che lo stesso gup aveva revocato accogliendo un’istanza del collegio difensivo. I fatti contestati agli undici imputati risalgono al luglio del 2007. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, le quote dell’immobile di largo Don Bosco erano state vendute ad una società appena costituita e di cui risultavano amministratori due pensionati, la Falco Immobiliare. Il prezzo pattuito per la cessione era stato di due milioni e mezzo di euro con il versamento di centomila euro alla stipula del contratto ed il successivo accollo di cambiali per un milione e mezzo di euro da pagarsi in rate annuali da 500mila euro ciascuna. Una vicenda che approderà in Tribunale.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 15 febbraio 2011