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Home Latina

Caso Anemone, spunta la casa dello studente di Latina

Redazione by Redazione
14 Maggio 2010
in Latina
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I “servigi” dell’imprenditore ai potenti hanno garantito molti appalti pubblici, tra questi la Casa dello studente universitario a Latina.

L’ultimo imbarazzo di Guido Bertolaso, il pied a’ terre da 40 metri quadrati di via Giulia 189 allocato nel centro migliore di Roma, conduce – seguendo le nuove carte uscite dalla Procura di Perugia che mettono a fuoco 412 lavori eseguiti dal gruppo edile Anemone dal 2003 al 2008 – alla spiegazione del funzionamento del sistema Protezione civile, alle sue logiche di scambio. I lavori privati realizzati nelle case che contano, le molte falegnamerie allertate per realizzare le librerie private dei politici, facevano scaturire dopo mesi i grandi appalti pubblici per l’imprenditore di Grottaferrata. Gli iperlavori del G8 della Maddalena, la ricostruzione dell’Aquila, poi i Mondiali di nuoto e tutte le opere del “giro fiorentino” sono state evidenziate nella prima parte dell’inchiesta, quella ancora radicata nelle procure di Roma e Firenze. Ora i tre sostituti di Perugia, sequestrando le carte della contabilità di Anemone, hanno messo in fila tutti gli altri appalti, quelli ordinari, figli – secondo l’accusa – di un rapporto diretto con i ministeri retti nel tempo da Claudio Scajola e Pietro Lunardi, soprattutto con il potentissimo ufficio di Guido Bertolaso: la Protezione civile.

Si scopre, allora, come nelle otto pagine di “ricostruzione appalti” i lavori elargiti a Claudio Rinaldi, commissario di “Roma 2009”, in via Appia, via Aosta e via Nazionale a Roma si trasformeranno nell’ottenimento – da parte di Anemone – della ricostruzione della scuola di San Giuliano di Puglia, a Campobasso, quella che soffocò con il terremoto del Molise ventisette bambini e un insegnante. Rinaldi, infatti, fu nominato da Bertolaso capo della missione.

Un monopolio di appalti pubblici

E’ impressionante scoprire la profondità della ramificazione pubblica di Diego Anemone e della sua famiglia, capaci di ottenere 65 appalti importanti in sei stagioni. Le sue aziende hanno costruito il carcere di Sassari (58 milioni di euro) e realizzato cinque interventi nel “minorile” romano di Casal del Marmo. Era forte su quel terreno, con quei ministeri (Interno, Difesa), l’imprenditore Anemone. E infatti, grazie al “certificato Nos” per i lavori con le “istituzioni sensibili”, ha ottenuto dodici appalti per otto caserme della guardia di finanza, corpo nel quale aveva generali e marescialli amici che lo informavano delle inchieste sul suo conto. Si scoprono due appalti con i carabinieri (la caserma di Tor di Quinto, sempre a Roma) e quattro con il Viminale. Importante è il cantiere di via Zama, sede dei servizi segreti.

Seguendo il libro mastro della contabilità di Anemone si torna dal generale (gli appalti pubblici) al particolare (i lavori nelle case dei vertici della polizia e dei servizi). Nella lista si possono avvistare gli interventi nella casa di via Civinini interno 6 intestata all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro (qui appuntato come “capo Ps”, ma in realtà vi risiede il figlio) e quelli nella stessa strada romana – presumibilmente lo stesso palazzo – che ospita l’appartamento di Antonio Manganelli, attuale capo della polizia. Lo staff di Manganelli fa sapere che quella dimora è stato presa in affitto, ma non ancora occupata. De Gennaro, invece, conferma di aver conosciuto l’imprenditore Anemone e che la sua famiglia lo ha regolarmente pagato per la ristrutturazione. Negli appunti edili, ancora, c’è il nome dell’attuale capo dei servizi segreti, Nicola Cavaliere: lui assicura di non aver mai incontrato Anemone. E’ possibile che i lavori nella casa di Cavaliere siano stati realizzati quando l’appartamento era occupato da Claudio Scajola, ministro dell’Interno dal 2001 al 2002.

I lavori nei palazzi dei poteri

Il livello dei rapporti del costruttore del Salaria Sport Village gli ha consentito di entrare direttamente nei palazzi di Silvio Berlusconi. La lista di Anemone racconta, infatti, di quattro interventi a Palazzo Chigi: la consegna di un letto, poi di una cucina, alcuni mobiletti e la generica manutenzione. Appuntava tutto, il costruttore. Una seconda nota parla di “Palazzo Grazioli” (la residenza privata romana del premier), senza ulteriori specifiche. Quindi, si legge di un intervento in un ufficio della presidenza del Consiglio ricavato in via XX Settembre, dell’impianto di condizionamento della sala stampa di Palazzo Chigi e della “sede di Forza Italia”.

Tre appalti il costruttore di Grottaferrata li ha ottenuti con il dicastero delle Finanze, uno con le Attività produttive, uno con il ministero dell’Istruzione. Uno, ancora, è stato segnato come “ministero delle Scienze”. A Porta Pia le manovalanze di Anemone si sono occupate del nuovo ufficio di AB (presumibilmente Angelo Balducci, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici oggi in carcere) e in via Monzanbano dell’ufficio dell’ingegner Rinaldi. Ma i “servigi” dell’imprenditore ai potenti hanno garantito altri appalti pubblici romani: il Policlinico Umberto I (due interventi), l’ospedale Spallanzani, la Facoltà di Architettura di Valle Giulia e a Latina la Casa dello studente universitario. Nello sport, oltre al Centrale del tennis, ecco gli interventi sui centri Coni di Madonna di Campiglio e Schio. Poi lavori su sette chiese, a dimostrazione di un asse di ferro con il Vaticano. E quelli in emergenza (60 milioni) per la frana di Cavallerizzo, provincia di Cosenza. Dove Bertolaso era, al solito, commissario straordinario.  

 

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