Se ne parlava da tempo di questo film e sicuramente i numerosi trailer rilasciati sul web non saranno sfuggiti ai fan più affezionati del mitico Capitan Harlock.
Finalmente l’attesa è finita e il film è arrivato nella sale italiane con doppiaggio e distribuzione a cura della Lucky Red. Come già si poteva evincere dai trailer e dalle anticipazioni, quello prodotto da Leiji Matsumoto (creatore del personaggio e celeberrimo mangaka nipponico) e da Shinji Aramaki è un film altamente sperimentale, ricco di innovazioni tecniche (si pensi alla riuscitissima computer grafica completamente Made in Japan) e con la pretesa di riportare all’attenzione del grande pubblico un personaggio estremamente popolare, già protagonista dello storico Anime trasmesso sul piccolo schermo nel 1979.
Il risultato finale consiste in un lungometraggio animato ricco di effetti speciali che nulla hanno da invidiare alle produzioni statunitensi degli ultimi anni, con dialoghi complessi e articolati accompagnati da un monologo iniziale e conclusivo atto a fornire la chiave di lettura per la comprensione del senso ultimo del film.
Sí perché “Space Pirate: Captain Harlock” non è affatto un cartone animato, né tantomeno un action movie all’americana. Si tratta del prodotto finale di un percorso iniziato qualche decina di anni fa con un manga ed evolutosi attraverso due serie tv e un film (L’Arcadia della mia giovinezza), oltre a diversi spin-off ad opera dello stesso Matsumoto.
Ed è proprio questa continua evoluzione ad aver generato una storia così complessa e articolata come quella del film qui in esame, in grado di prestarsi a numerose interpretazioni.
Come detto in precedenza, una chiave di lettura è offerta dal monologo introduttivo del film, in cui una voce narrante esterna alla storia parla di come l’umanità sia “cresciuta”, si sia evoluta e nonostante questo progresso non sia arrivata a nulla, non abbia davvero compreso il senso delle cose. Ma nonostante questo, ci sono uomini che continuano a spingersi oltre i limiti propri e del cosmo, in cerca di risposte.
In questa visione del mondo, superuomo è considerato chi prende atto del Nulla e della tragicità della dimensione umana contrapponendovi però la sua propria volontà di potenza.
A questa categoria di uomini appartiene Harlock, che si presta benissimo ad una interpretazione nietzscheana e superomistica che vuole l’uomo come “corda tesa sull’abisso”, da una parte il Nulla, dall’altra l’Infinito.
Nulla ed immenso, due parole chiave per comprendere il film: il Nulla, nel senso più nichilistico ed assoluto del termine, pervade l’intera storia e persino i personaggi che si mostrano in tutta la loro solitudine e nullità dinanzi alle vastità galattiche. Dall’altra parte c’é l’immenso, l’Assoluto a cui l’Uomo (Harlock) tende inesorabilmente.
È uno scontro di Weltanschaaung quello che si svolge sullo schermo, tra chi vuole perdurare le illusioni e affidarsi alla metafisica e alla cosiddetta “fine della storia” per sprofondare nel Nulla, e chi vuole ricominciare tutto da capo passando per la fine dello spazio e del tempo per trovare un nuovo Inizio.
È qui che un altro tema Nietzscheano fa la sua entrata in scena: la ricerca dell’eternità, e quindi dell’assoluto, é espressa da una frase che per tutto il film è ripetuta come un mantra :”Un istante ripetuto nel tempo diventa eterno, questo è la libertà”. Come non scorgere in queste parole il tema tanto caro al filosofo tedesco, ma anche ai Greci, dell’Eterno Ritorno?
Da segnalare una serie di tributi alla grecitá tutt’altro che casuale: si pensi all’Arcadia, alla sua avversaria Okeanos (il nome di un Titano non è forse casuale), o a Gaia.
È una sintesi perfetta tra volontà di potenza e desiderio di libertà a condurre Harlock verso la scelta finale e verso la perpetuazione ciclica di un simbolo, di una speranza, di un Valore assoluto.
La libertà è l’obiettivo finale di tutti i personaggi del film, accanto all’agognata ricerca di una Patria, come traspare dalle parole dei membri dell’equipaggio dell’Arcadia che soffrono una marcata mancanza di radici e, proprio per questo, hanno fatto dell’Arcadia la loro patria.
Sono la libertà e la vita a farla da padrone mentre ci si avvicina alla conclusione del film: tra fiori, inversioni di rotta e colpi di scena, ci si avvicina a quello che rappresenta il momento conclusivo della pellicola e che sublima in un atto l’intero messaggio del film: ovvero la continuazione (anche qui troviamo l’Eterno Ritorno) del mito di Harlock con un in inaspettato “passaggio di consegne” e la distruzione di un’ illusione (un crepuscolo di un idolo) che riaccendono la speranza per l’umanità tutta, sancendo grazie alla continuazione e alla ciclicità la sua definitiva vittoria sul Nulla.
Un film completo, ricco di effetti speciali, dialoghi ben costruiti con una filosofia possente a fare da sfondo ad una trama originale e piena di colpi di scena.
Non perdetevelo. (di Federico Savastano)