Era il 18 Dicembre 1932 e dopo meno di sei mesi dalla posa della prima pietra la fondazione di Littoria (dal 1946 Latina) era completata. A popolarla dopo la prima ondata di Veneti, Emiliani e Friulani, si aggiunse una seconda ondata di Siciliani, Italiani d’Africa ed esuli Istriano-Dalmati , fino poi ai Romani e ai Napoletani, una commistione, un melting-pot tutto italiano, una sintesi della Nazione in un territorio strappato alla palude.
Ad ornarla ci pensarono i gioielli dell’Architettura razionalista di Angiolo Mazzoni, il Palazzo delle Poste e la Stazione Ferroviaria, Le piazze ampie e verdi, Piazza del Popolo (ex Piazza del Littorio) con la sua Fontana della Palla e l’imponente palazzo dell’Intendenza di Finanza, Piazza della Libertà (ex Piazza XXIII Marzo) con il Palazzo della Prefettura, Piazza San Marco, sede dell’Opera Nazionale Combattenti e dell’Opera Balilla, Palazzo M, l’omaggio della città a Benito Mussolini, senza dimenticare Piazza Quadrato con i gruppi scultorei in tufo che ricordano le gesta dei fondatori, dei pionieri, la mitologia moderna e la tradizione della città.
Pionieristica è stata la sua fondazione e pionieristica è la sua intima volontà, una Tortuga d’Italia, luogo di incontro, di costruzione e di nuove sintesi.
Il forestiero può disorientarsi ascoltando tanti e tanti dialetti differenti fondersi in un romano cantilenante, tipicamente pontino, dai borghi agricoli passando per la trafficata Via del Corso, ai bar storici fino ai giardini e gli spazi verdi che scandiscono il ritmo della città; E’ una ballata, è la musica di Carlo Buti messa in città e suoni, è quel Vivere tra una risata e un me ne frego.
E’ la prassi fascista che si trasforma in progetto urbano, il marmo che si alterna ai giardini, è la Nazione che si fa polis.
Si è consapevoli che non tutte le linee si sono tenute, non tutti i piani rispettati, non tutte le promesse mantenute, oggi tuttavia non è giorno per recriminare, oggi è la tua festa.
Auguri Latina (Littoria).
Di Alessandro Catalano