La storia del calcio ci ha spesso raccontato di bomber in grado di esaltarsi in determinate piazze. Attaccanti forti, dalle caratteristiche uniche ed inimitabili che infiammano i tifosi a suon di gol e giocate di classe.
In Italia negli ultimi anni a rubare la scena ci pensano spesso due bomber accomunati dalla città dove giocano e dalla fame di gol. Stiamo ovviamente parlando di Edin Dzeko e di Ciro Immobile.
Edin, l’eleganza del bomber di Sarajevo
Edin Dzeko è stato spesso un calciatore che divide. Non per l’impegno, quello non manca mai. Piuttosto per la cattiveria sotto porta. Perché Dzeko è si un attaccante capace di segnare gol a raffica, ma è anche un calciatore dalla tecnica sopraffina che spesso preferisce servire i compagni meglio posizionati piuttosto che andare direttamente a rete. Nato in Bosnia il 17 marzo 1986, Edin vive un’infanzia difficile a causa anche dell’assedio subito dalla sua Sarajevo.
Un assedio che sarebbe durato altri 4 interminabili anni e che avrebbe costretto Edin a giocare a calcio solo poche volte, perché spesso c’era il pericolo che il suo campetto venisse bombardato, o che un proiettile vagante lo colpisse. Ma il padre, che ogni giorno era al fronte, non gli ha mai impedito di giocare, soprattutto perché lui stesso era stato un calciatore e sapeva alla perfezione cosa voleva dire amare il calcio. E Džeko lo amava più di ogni altra cosa. D’altra parte, però, l’istinto materno della madre Belma faceva l’opposto, provava in tutti i modi a convincere il figlio a rimanere in casa, questo avvenne in particolar modo in una giornata del 1993, Edin per una volta obbedì, e solo qualche istante più tardi, tre granate si abbatterono sul campetto dove era solito giocare.
Nonostante le difficoltà Edin è sempre riuscito a mettersi in mostra grazie al calcio, a partire dalla sua prima squadra, lo Željezničar, la principale squadre di Sarajevo, che lo prende subito. Dzeko cresce ed arriva in Germania, al Wolfsburg, che lo prende per circa 4 milioni di euro. Ed in Germania Dzeko cresce tanto, attirando le attenzioni dei top club tra cui il Manchester City, squadra con la quale vincerà una Premier League con in panchina Roberto Mancini. Fino poi ad arrivare a Roma, sponda giallorossa, dove ancora oggi è uno dei pilastri della squadra. L’attaccante bosniaco contro il Bologna ha segnato il suo centoundicesimo gol in 233 presenze con la maglia giallorossa. Il capitano ha raggiunto Amedeo Amadei al terzo posto nella classifica dei migliori marcatori nella storia della Roma con una presenza in meno rispetto a “il Fornaretto”. Al secondo posto della classifica c’è Roberto Pruzzo con 138 gol, al primo naturalmente Francesco Totti con 307 reti.
Ciro il Grande
Di gavetta ne ha fatta tanta, Ciro Immobile da Torre Annunziata. Dai campi impolverati di periferia ai maggiori palcoscenici europei e mondiali. Ciro Immobile nasce a Torre Annunziata il 20 Febbraio del 1990, ed è proprio nella scuola calcio della cittadina di nascita che muove i primi passi. L’inizio non è dei più semplici: dopo essersi trasferito al Maria Rosa, si sposta nuovamente nelle giovanili della Salernitana, dove la fortuna non è dalla sua parte e non riesce a brillare.
Qualcosa, però, cambia dopo il trasferimento alle giovanili del Sorrento: l’attaccante mette a segno ben 30 gol nella stagione 2006/2007. Sarà la doppietta al Torino dei pari età a mettere la pulce nell’orecchio ad una dirigenza particolarmente nota: quella della Juventus.
Da lì comincia un valzer che lo porterà in diversi club come il Genoa, il Torino, il Borussia Dortmund e soprattutto la Lazio. Ed è in maglia biancoceleste che Immobile trova la propria dimensione, arrivando a vincere addirittura la Scarpa D’Oro. Il laziale entra di diritto nell’Olimpo dei bomber nell’anno in cui celebra anche la vittoria della Scarpa d’oro, il trofeo individuale più ambito dopo il Pallone d’Oro. Ciro Immobile si è aggiudicato il titolo di bomber europeo, riportando l’oggetto in Italia 13 anni dopo Francesco Totti. Il laziale è il terzo italiano a vincerla dopo Luca Toni (2005-06) e, appunto, l’ex capitano giallorosso (2006-07). Negli ultimi tredici anni, poi, il trofeo era sempre stato vinto alternativamente da Messi (6 volte) o Cristiano Ronaldo (4 volte). Solo in tre occasioni si era interrotto il dominio di questi due grandi campioni (Diego Forlan 2008-09, Luis Suarez 2013-14, 2015-16).
Due bomber che oggi si danno battaglia con le maglie di Roma e Lazio e che – come dimostrano le quote delle scommesse sportive – proprio grazie ai due calciatori possono puntare davvero in alto.
