Quattro anni fa, l’allora comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Piero di Lascio, effettuò, con i suoi uomini, un accurato sopralluogo di tutte le ville dislocate all’interno della Baia d’Argento e lungo le sponde del lago di Paola, per accertare quante di esse smaltissero nei pozzi a tenuta stagna e non già direttamente nel lago di Paola, i loro liquami. I risultati di quella indagine furono decisamente allarmanti. I pozzi, che a norme di legge avrebbero dovuto essere di cemento e soprattutto sicuri, finivano per liberare nella falda freatica o comunque nel sottostante terreno. Una situazione, si disse in quella circostanza, che si sarebbe sanata non appena fosse stata completata la circumlacuale, in particolare quei due chilometri di condotta fognaria, che non erano stati mai realizzati. La circulamcuale è finita ma sembra che lo “inconveniente” non sia ancora stato rimosso. «A tutt’oggi ci risulta che numerose ville situate nel comprensorio della Bia d’Argento non sarebbero ancora allacciate alla rete fognaria», sostiene Brugnola nell’interrogazione urgente inviata, insieme al compagno di partito, Amedeo Bianchi, al presidente del Consiglio comunale, Luca Mignacca ed al sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci. Ma Brugnola si spinge anche oltre, sostenendo che nella situazione analoga si trovino anche diverse ville blasonate del lungomare. «Dal momento che lo stato di inquinamento del lago di Paola ha raggiunto livelli preoccupanti vorremmo conoscere quali iniziative siano state assunte per informare e sollecitare i proprietari delle ville prospicienti il lago ad affettuare l’allaccio alla rete fognaria».
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