“Desirée per me era una dipendenza”, le parole dell’imputato durante il processo
CISTERNA DI LATINA – Ergastolo con sei mesi di isolamento diurno. È questa la richiesta che la Procura di Latina ha avanzato oggi per Christian Sodano, il finanziere di 27 anni che il 13 febbraio scorso ha ucciso con la pistola d’ordinanza Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e sorella della sua ex fidanzata.
Davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Gian Luca Soana, i pubblici ministeri Valerio De Luca e Marina Marra hanno dipinto il ritratto di un “killer chirurgico e freddo” che ha agito con premeditazione per motivi futili.
Il movente? L’ossessione morbosa per Desirée Amato. Dalle carte del processo emerge chiaramente come Sodano vivesse il rapporto con la ragazza in modo patologico. “Desirée era il centro del mio mondo”, ha dichiarato durante gli interrogatori. Un’ossessione che si era trasformata in stalking e minacce.
I messaggi che aveva inviato alla ex prima della strage parlano chiaro: “Servirà l’esercito per fermarmi, farò una strage. Vedrai quanto posso essere cattivo”. Parole che preannunciavano la tragedia.
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Durante il processo sono emersi dettagli inquietanti sul passato di Sodano. Dopo la morte della madre aveva iniziato a giocare compulsivamente, bruciando circa 500mila euro dell’eredità. La zia ha raccontato che il nipote aveva cominciato a parlare di suicidio, mostrando segni di un disagio che nessuno era riuscito a fermare in tempo.
“Vogliamo il massimo della pena”, aveva dichiarato settimane fa l’avvocato Marco Fagiolo, che rappresenta i familiari delle vittime. Una richiesta che oggi trova riscontro nella requisitoria della Procura.
L’attesa per la sentenza
Il caso ha sconvolto Cisterna e l’intera provincia. Due donne innocenti uccise dalla follia di un uomo che non accettava la fine di una relazione.
Ora tocca alla difesa cercare di smontare l’impianto accusatorio, ma le prove raccolte dagli investigatori sembrano schiaccianti. La comunità pontina aspetta una sentenza che possa rendere giustizia a Nicoletta e Renée, vittime di una violenza che non trova spiegazioni.
Il processo riprenderà con le arringhe difensive prima della camera di consiglio che decreterà il destino di Christian Sodano.
Da quanto si apprende nel finale del processo, la Corte d’Assise ha posticipato la sentenza al 29 settembre per permettere al pubblico ministero e alle parti civili di presentare le repliche. In quella data, è attesa la decisione finale su questa tragica vicenda. Erano presenti in aula i familiari di entrambe le famiglie, Amato e Zomparelli. Desirée Amato, in particolare, non è riuscita a trattenere le lacrime mentre ascoltava la ricostruzione del giorno che le ha cambiato la vita per sempre.