È passato un mese da quel maledetto giorno in cui Federico Salvagni ha perso la vita, investito da un pirata della strada. Un mese di dolore, incredulità e silenzio per chi lo ha amato, per chi lo ha conosciuto davvero, per chi – come il suo amico fraterno – ancora fatica ad accettare un’assenza così ingiusta e prematura.
Un legame lungo 12 anni, quello che univa Federico ai suoi amici più stretti. Non una semplice amicizia, ma una vera e propria fratellanza, come racconta una delle persone a lui più vicine. Un rapporto fatto di condivisione profonda, di sostegno reciproco, di risate e lacrime, di giorni qualunque trasformati in ricordi indimenticabili.
“Uno degli ultimi messaggi che mi aveva scritto diceva che, oltre a Daniele, ero l’unica persona che i suoi figli avrebbero chiamato ‘zio’. Rileggerlo mi ha fatto crollare: non potevo far altro che piangere, perché quelle parole raccontano il legame speciale che ci univa.”
La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile. Non solo per la famiglia, ma anche per tutti quelli che lo consideravano un fratello, un punto di riferimento. Federico era il cuore di una piccola grande famiglia fatta di amici veri. Quelli che ci sono sempre, anche nel silenzio, anche nel dolore.
“A volte quando mi chiedono come sto, rispondo solo ‘bene’, non perché sia vero, ma perché la sofferenza ti insegna il silenzio. Sorridi quando il tuo cuore dentro urla, fingi di non pensarci quando invece passi notti intere in cui ti sbricioli in mille pezzi.”
Federico era conosciuto da tutti per la sua bontà, per la sua generosità, per il sorriso sincero che riusciva a regalare anche nei momenti difficili. Il ricordo di chi lo ha amato lo dipinge come una persona capace di tenere unito tutto e tutti, come una presenza forte ma allo stesso tempo dolce, rara.
“E anche se non sei più qui fisicamente, io ti sento vicino. A volte nei ricordi, altre volte in quella sensazione inspiegabile che tu sia ancora accanto a me, come se vegliassi su di noi. È come se la tua presenza continuasse a guidarmi e a tenermi in piedi, proprio come facevi quando c’eri davvero.”
A un mese dalla tragedia, Latina continua a chiedere giustizia per Federico, mentre gli amici e la famiglia lottano ogni giorno con la sua assenza. Ma il dolore non cancella ciò che è stato. Federico vive nei ricordi, negli sguardi, nei racconti. Vive nella promessa che chi lo ha amato non smetterà mai di portarlo nel cuore.
“L’ho sempre detto e continuerò a dirlo: eri la persona più buona che abbia mai conosciuto. Ti porterò con me per sempre, fratello. Non ti dimenticherò mai.”