Un dolore profondo scuote Santi Cosma e Damiano, piccolo comune in provincia di Latina. Paolo, un ragazzo di 15 anni, si è tolto la vita lo scorso 10 settembre nella sua cameretta, e ora la sua famiglia punta il dito contro il bullismo a scuola.
A parlare è il fratello maggiore del ragazzo, che ha denunciato in una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, al Presidente del Consiglio e a Papa Leone XIV che la causa del gesto estremo sarebbero le continue persecuzioni e le angherie subite da Paolo. Una storia di soprusi, dove il ragazzo, sensibile e appassionato di musica e pesca, era stato etichettato e preso di mira dai coetanei. La famiglia afferma di aver denunciato più volte gli episodi a scuola, ma senza ricevere risposte concrete.
La lettera del fratello non è solo una denuncia, ma un appello accorato affinché la morte di Paolo non sia vana. Il familiare chiede risposte e azioni concrete alle istituzioni per contrastare il fenomeno del bullismo, sottolineando come la tragedia del fratello non sia un caso isolato. “Ogni episodio rimasto senza risposte adeguate è un fallimento che pesa sull’intera società”, scrive.
La Procura di Cassino ha aperto un’indagine con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. I carabinieri hanno sequestrato il cellulare del ragazzo per ricostruire le ultime ore di Paolo e analizzare messaggi e chat di gruppo.
Oggi il paese si stringe attorno alla famiglia per i funerali, mentre il sindaco, Franco Taddeo, ha espresso il suo sgomento e ha denunciato la gravità del bullismo, che ha portato a una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità.