Le picchiavano, le rapinavano, le torturavano e arrivavano perfino a sfregiarle, fino a mandarle in ospedale. Poi le abbandonavano con l’avvertimento chiaro, dietro minaccia di morte, di non rivolgersi alla polizia. Le vittime dei raid organizzati nel capoluogo pontino e nella provincia di Roma da Marco Mastini e dal suo complice polacco, Tomak Bielatowicz, erano giovani prostitute straniere, scelte di volta in volta attraverso annunci pubblicati sui giornali. I due uomini, di 41 e 31 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, erano finiti in carcere il 25 gennaio scorso, arrestati dalla squadra mobile dopo l’accertamento di due episodi avvenuti a Latina, in via Pierluigi Nervi, e a Lavinio. Ma il caso è tutt’altro che chiuso. Le ulteriori indagini condotte dagli investigatori hanno infatti accertato almeno altri cinque episodi analoghi, due dei quali consumati a Latina lo scorso ottobre, gli altri tra Nettuno e Tor San Lorenzo. I due uomini sono stati riconosciuti dunque da altre cinque vittime, rintracciate dalla squadra mobile grazie alle utenze telefoniche utilizzate dagli arrestati. Le donne hanno riconosciuto senza dubbi Mastini e Bielatowicz come i loro aguzzini, ma ora il cerchio si stringe intorno a un terzo complice, un italiano residente a Latina, che avrebbe partecipato ai raid. La sua presenza viene confermata dai racconti delle ragazze chiamate in Questura come vittime delle violenze. Più di qualcuna ha rivelato agli investigatori la presenza di un terzo uomo che ha agito insieme a Mastinie e al suo complice polacco, particolarmente noto per i suoi metodi violenti. Stesse modalità, stesse violenze, stesse minacce. Dalle abitazioni delle prostitute i tre portavano via cellulari, computer e denaro contante, non prima però di aver violentato e malmenato e giovani straniere. I due arresti del 25 gennaio scorso sono riusciti a sventare in tempo un altro colpo che il gruppo stava per mettere a segno probabilmente a Latina. Mastini e Bileatowicz sono stati intercettati e bloccati in via Isonzo, dove si erano dati appuntamento.
Laura Pesino dal Corriere Pontino del 17 febbraio 2011