Una lunga marcia silenziosa, attraverso le strade di un quartiere affollato e rumoroso che improvvisamente, sabato sera, tace. Quasi mille fiaccole accese percorrono via Lago Ascianghi, via Neghelli e via Battisti, il perimetro che delimita la zona dei locali, punto di riferimento delle giovani generazioni della città di Latina. Sono quasi mille luci dedicate a Matteo Vaccaro e alla sua vita stroncata da un colpo di pistola la notte del 31 gennaio. I primi passi si muovono dal ristorante Pietra Nuda, che Matteo gestiva insieme alla sua famiglia. Poi il lungo corteo percorre due volte le strade che delimitano l’isolato. In testa, uniti da un abbraccio, la madre e il padre di Matteo, la sorella Giorgia e il fratello Alberto. In fila, in rigoroso silenzio, con una piccola fiaccola in mano, ci sono invece centinaia di giovani, tanti amici, parenti, conoscenti ma anche molta gente comune, molti adulti, qualche volto della politica cittadina. Al passaggio del corteo cala il silenzio anche davanti ai locali, che abbassano le saracinesche, e fra i gruppi di ragazzi che affollano i marciapiedi. Tante lacrime, sconcerto, rabbia. Ma anche la certezza che una reazione, in città, è davvero iniziata. Ne sono la prova centinaia di ragazzi, anche giovanissimi, che sfilano in silenzio e stringono le mani alla famiglia Vaccaro. Alla fine della marcia il corteo di fiaccole torna al punto di partenza, davanti all’ingresso del locale in cui tutto è cominciato, con una lite banale di cui nessuno poteva prevedere le conseguenze. Qui la scena è solo per loro, Valentino, Alberto, Giorgia e Pia, accolti e sostenuti da un lunghissimo applauso che risuona nel quartiere. «Grazie a tutti», urla Valentino Vaccaro. Tra la folla ci sono Fabio Cirilli e l’assessore provinciale Marco Tomeo, il vicepresidente della Provincia Salvatore De Monaco, qualche sindacalista. «è importante qui la presenza dell’istituzione che rappresento – commenta De Monaco – Abbiamo lanciato un segnale importante, che deve essere accolto soprattutto dai giovani. Questo è il loro ambiente e abbiamo il dovere di tutelarlo».
Laura Pesino dal Corriere Pontino del 14 febbraio 2011