Hanno scelto strade processuali diverse Costantino e Romolo Di Silvio, comparsi ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Nicola Iansiti per l’uccisione di Fabio Buonamano.
Zio e nipote sono chiamati a rispondere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà delle modalità e usando particolari sevizie nei confronti della vittima, colpita con tre colpi di pistola la sera del 26 gennaio 2010 invia Monte Lupone. Ieri in udienza i legali di Patatone, gli avvocati Carlo Alberto Melegari e Giuseppe Poscia hanno chiesto che il loro assistito venga processato con il rito abbreviato secco, quindi senza ulteriori acquisizioni e testimonianze usufruendo dello sconto di un terzo della pena. Il gup ha accolto la richiesta rinviando all’udienza del 21 febbraio prossimo quando si svolgerà il processo. Per quanto riguarda invece Romolo Di Silvio, sarà giudicato con rito ordinario e sempre nell’udienza del 21 il gup esaminerà la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Marco Giancristofaro, titolare dell’indagine sul delitto di via Monte Lupone. In questo caso la difesa, rappresentata dagli avvocati Luca Melegari e Alessandro Paletta, ha deciso di seguire il rito ordinario, vale a dire (se l’istanza di rinvio a giudizio sarà accolta) arrivare ad un processo davanti alla Corte di assise di Latina. Una scelta dettata indubbiamente dalle diverse posizioni dei due indagati: Costantino Di Silvio, infatti, poco dopo essere arrestato il 2 aprile dello scorso anno, aveva confessato di essere l’autore dell’omicidio spiegando di aver avuto un litigio con Fabio Buonamano per motivi personali, vale a dire un debito di 5mila euro, litigio durante il quale la vittima avrebbe tirato fuori una pistola sparando contro di lui tanto da ferire Patatone ad una mano. Nel corso di quell’interrogatorio Di Silvio aveva anche sottolineato di aver agito da solo scagionando così lo zio Romolo. In realtà questa versione non corrisponde alla ricostruzione fatta dagli investigatori della Squadra mobile secondo i quali anche l’altro esponente della famiglia, arrestato il 27 febbraio dello scorso anno a Cassino dove si era nascosto in casa di parenti, si trovava in via Monte Lupone quella sera. Tanto che è chiamato a rispondere degli stessi reati. L’indagine sul delitto Buonamano si è avvalsa di rilevazioni tecniche e strumentazioni all’avanguardia inclusi sistemi elettronici avanzati che, tramite segnale Gps, hanno permesso di tracciare su una mappa gli spostamenti degli indagati e, forse, anche di altre persone coinvolte negli accertamenti. Tutto questo materiale è raccolto in undici faldoni che contengono complessivamente circa 6mila pagine. All’interno ci sono anche le consulenze tecniche dell’accusa, quelle medico-legali e quelle balistiche oltre agli accertamenti sulle tracce di Dna repertate dalla polizia scientifica sul luogo dell’omicidio. Il 21 febbraio, quindi, si terrà davanti allo stesso gup Iansiti il processo a Costantino Di Silvio mentre per Romolo si profila il rinvio a giudizio davanti alla Corte di Assise di Latina. E una battaglia tra accusa e difesa tutta da seguire.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 9 febbraio 2011