Un’ecografia a Latina? Alla Asl pontina ci vogliono 273 giorni di attesa, quasi un record. Segno che il problema delle liste d’attesa, nonostante i piani nazionali e i proclami , è tutt’altro che vicino alla soluzione. Lo confermano i sindacati regionali di Cgil, Cisl e Uil, facendo il punto della situazione sul sistema sanitario regionale in una relazione consegnata venerdì mattina a Roma sulle criticità del Lazio. Al primo posto delle carenze lamentate dai cittadini resta proprio la sanità. «Nel mese di dicembre – dicono i segretari regionali dei sindacati confederali – per fare una mammografia a Frosinone ci volevano 270 giorni, per una risonanza alla colonna prenoata alla Roma C 179 giorni, per un ecodoppler alla Asl di Roma F, a Civitavecchia, 305 giorni. Per un’ecografia alla Asl di Latina 273 giorni». E l’elenco sarebbe ancora lungo. I sindacati contestano anche il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del Lazio disposto dal commissario straordinario, e presidente della Regione, Renata Polverini. La chiusura di 24 ospedali del Lazio, tra cui quelli di Sezze, Gaeta e Minturno, trasformati in punti sanitari di prossimità, «in assenza di una contesuale apertura di servizi territoriali – spiegano i sindacati – sta provocando la disattivazione di alcuni pronto soccorso». L’effetto ricade naturalmente proprio sulla sanità romana e sui prontosoccorso degli ospedali della Capitale, con un relativo aumento delle ore di attesa per i pazienti. A farne le spese sono proprio i cittadini, che ogni giorno vivono sulla propria pelle i disservizi del sistema sanitario delle province e dell’intera regione. Tutto questo nonostante il piano nazionale per le liste d’attesa che fissa precisi parametri relativi alle priorità di intervento.
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