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Home Latina

La discriminazione continua: prof pontini non vaccinati tornano al lavoro ma senza insegnare

Redazione by Redazione
30 Marzo 2022
in Latina
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Caso di Coronavirus in provincia di Latina: scuole chiuse a Formia e Gaeta
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“Il Decreto Riaperture, entrato in vigore lo scorso 25 marzo, è l’ennesimo atto discriminatorio ai danni del personale scolastico, dei docenti in particolare. Un provvedimento ambiguo che determina un’ingiustificata disparità di trattamento tra il personale scolastico“. A sostenerlo è la coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti è Patrizia Giovannini. Oggetto dell’intervento è soprattutto il rientro a lavoro per tutti quei docenti no vax esclusi proprio perché avevano rifiutato di inocularsi il siero anti- Covid. che interviene in merito alle nuove disposizioni previste dal Governo per il rientro a lavoro dei docenti non vaccinati: “Un provvedimento ambiguo – commenta – che determina un’ingiustificata disparità di trattamento tra il personale”. scolastico».

“Si parla di rientro a scuola a partire dal 1° aprile, tuttavia si mantiene l’obbligo vaccinale e di green pass. L’ultima circolare ministeriale del 28 marzo cerca di spiegare meglio l’utilizzo dei docenti sospesi e fragili che rientreranno in servizio: il personale, recita la circolare, “potrà essere impiegato nello svolgimento di altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione”. Peccato che – incalza Giovannini – nel passo successivo si dichiara che tali prestazioni lavorative dovranno seguire, per i soli docenti, le disposizioni contrattuali previste per il personale dichiarato temporaneamente inidoneo all’insegnamento”.

“Per molti dirigenti scolastici ciò si traduce in un orario di lavoro a 36 ore, come per il personale Ata. Si tratterebbe di una violazione della funzione docente e di un chiaro attacco alla categoria. Tra coloro che saranno investiti da tale provvedimento ci sono anche gli insegnanti fragili che, per problemi di salute, non hanno potuto ricevere la vaccinazione”.

“Solo i docenti non vaccinati e fragili vengono allontanati dall’attività didattica diretta agli alunni, mentre dirigenti e personale Ata non vaccinati, inclusi i collaboratori scolastici, potranno essere regolarmente riammessi in servizio e svolgere tutte le ordinarie attività previste dal contratto. Il contratto nazionale di lavoro per il personale della scuola parla di comunità educante comprendendo dirigenti, insegnanti e personale Ata. Nella scuola convivono con gli alunni tutte e tre le categorie citate e il rischio di contagio esiste uguale per tutti. Qualora si considerino più esposti gli insegnanti, sarebbe il caso di prevedere un’indennità di rischio e maggiori tutele piuttosto che vessazioni. Un’altra contraddizione – conclude Giovannini – si può leggere laddove il 31 marzo termina lo stato di emergenza Covid, ma permangono disposizioni che non permettono a tutti i docenti di rientrare in classe. A fronte di una circolazione del virus purtroppo ancora rilevante, soprattutto nelle scuole, nulla è stato invece programmato in termini di prevenzione, sicurezza e adeguamento degli edifici scolastici. A pagare il prezzo più alto continuano a essere gli alunni, che già hanno perso i riferimenti e la continuità didattica a loro dovuti“.

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