Dopo aver avuto conferma, tramite il Corriere della Sera e le interrogazioni del radicale Giuseppe Rossodivita, che prima che vengano appaltati i lavori della Roma-Latina, si sta già bruciando circa un miliardo di euro in arbitrati, ci torniamo a chiedere seriamente in che modo vengano utilizzati i finanziamenti per la messa in sicurezza delle strade e la realizzazione di nuove arterie nel Lazio. Non molto tempo fa Movimento Libero Iniziativa Sociale ha sollevato la questione dei lavori relativi alla cosiddetta Nuova 156, la strada regionale che collega le province di Latina e Frosinone, ed in particolare del tratto Ceriara di Sezze- Zona Cesarini, uno dei più pericolosi dell’arteria. E lo abbiamo fatto perché da tempo, nonostante in diverse occasioni sia stata comunicata l’apertura al traffico, i lavori più che ristagnare sono stati del tutto interrotti senza alcuna plausibile giustificazione. Eppure più volte abbiamo avuto modo di leggere sulla stampa che l’opera è stata, in quel tratto, completamente finanziata. Dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini non sono arrivate risposte e tantomeno sono pervenute dall’assessore competente Luca Malcotti e dal presidente Astral, Azienda Strade Lazio, Giovan Battista Giorgi. Perdurando la situazione di impasse, riteniamo che non possano essere in alcun modo giustificati ulteriori silenzi e situazioni di totale mutismo da parte degli organismi direttamente interessati. La politica dello struzzo o, se preferite, del pesce in barile, quando si deve rendere conto ai cittadini di come venga utilizzato il denaro pubblico, non può essere in alcun modo tollerata. Se abbiamo atteso invano, per mesi, che qualcuno si scomodasse per rendicontare dettagliatamente, facendo un punto della situazione e dello stato dei lavori, con le relative spese, ulteriori ritardi non possono più essere tollerati. Se qualcuno sperava che con il cambio della guardia alla Regione Lazio ed il passaggio delle consegne dal democratico Marrazzo alla pidiellina Polverini qualcosa cambiasse e si andasse finalmente a verificare come sia stata gestita l’Astral, al centro di note vicende che sembrano averla condotta sull’orlo del collasso economico dopo che per anni era stata strombazzata la sua solidità di bilancio, ora sarà rimasto disilluso. Così, mentre da un lato si paventa, quasi in forma di ricatto, il licenziamento dei dipendenti cresciuti a dismisura, dall’altro si assiste ad una situazione di stallo. Perché possiamo immaginare, ma solo immaginare, che situazioni come quella della 156 siano riscontrabili altrove. Ma la Polverini non si muove, come Malcotti.
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