Non c’è soltanto la vicenda del rimorchiatore “Asso 22” e del suo capitano finito in mano ai militari libici a tenere accesi i riflettori sul golfo di Gaeta in queste ore durante le quali l’attenzione di tutti è puntata in direzione delle coste libiche. La città del sud pontino, infatti, ed in particolare la base Nato che da oltre cinquanta anni è ospite sul litorale gaetano, sono stati scelti in queste ore come sede del comando delle operazioni in corso sui cieli libici. Se nella base di Capodichino si vivono ore di apprensione proprio per la presenza di una base della Us Navy che potrebbe diventare obiettivo per eventuali attentati terroristici, in realtà per adesso il comando è proprio a Gaeta. Il quartier generale dell’operazione scattata sabato notte e tuttora in corso, denominata “Odissea all’alba”, si trova infatti a bordo della nave ammiraglia della marina statunitense Mount Whitney di stanza nel golfo del sud pontino. Sono state fonti ufficiali della Marina militare americana stessa a dare la notizia precisando che l’operazione nata per dare attuazione alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite non parte da Capodichino. A guidare l’intervento miliare finalizzato a bloccare la repressione militare messa in campo dai fedelissimi del leader libico Gheddafi c’è infatti l’ammiraglio statunitense Samuel Locklear che si trova proprio a bordo della Uss Mount Whitney, di stanza a Gaeta. Infondati dunque i timori degli abitanti dell’area intorno alla base di Capodichino, a Napoli, che da due giorni sono in apprensione per le operazioni in Libia: timori verosimilmente infondati visto che il comando delle operazioni si trova a bordo della nave ammiraglia USS Mount Whitney, di stanza a Gaeta. Il clima comunque, in generale, non è dei più sereni soprattutto alla luce delle ultime minacce scagliate da Gheddafi all’Italia, accusata di tradimento e obiettivo, secondo il leader libico, di possibili ritorsioni e vendette. La città di Gaeta, comunque, dal dopoguerra è abituata a vivere in un clima di tensione in occasione di situazioni di tensione internazionale che, come in questo caso, coinvolgono l’area ed i paesi del Mediterraneo proprio alla luce della presenza della base militare della Nato. Allo stato attuale nel Mediterraneo, oltre all’ammiraglia statunitense Mount Whitney, sono schierate in assetto da guerra numerose altre imbarcazioni: sono 24 complessivamente ed appartengono alle flotte militari dell’Italia, del Canada, della Gran Bretagna e della Francia, paesi che hanno messo a disposizione i oro mezzi per l’intervento deciso dalle Nazioni Unite nei giorni scorsi. I bombardamenti in notturna messi in atto nell’ambito di “Odissey Dawn” evocano per tutti, in particolare per coloro che ospitano basi militari coinvolte direttamente nelle operazioni, le guerre nel Golfo persico e così è anche per gli abitanti di Gaeta e di tutto il sud pontino.
Elena Ganelli dal Corriere Pontino del 22 marzo 2011